GLI STRUMENTI DELLA FILATELIA … NON SOLO SPECIALIZZATA


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 Il primo strumento che il collezionista di francobolli usa è la pinzetta; ne esistono di varie fogge, corte, lunghe, da quelle con una presa sul francobollo più larga e, soprattutto all’inizio, più sicura a quelle a punta, sottili che coprono meno e sono più comode una volta che si è presa una certa dimestichezza.

 

Assieme alla pinzetta è importante abituare l’occhio al particolare ed ecco che torna utile avere una buona lente d’ingrandimento con o senza illuminazione

 

Non dimentichiamoci che qualsiasi francobollo è un piccolo quadro, la realizzazione di procedimenti che rientrano nel campo dell’”arte grafica” ed è quindi interessante, riuscire ad ingrandire particolari, altrimenti poco visibili, appunto con una lente d’ingrandimento.

La stessa lente può essere utile anche per il controllo del francobollo e per scoprirne eventuali difetti.

 

Il confine fra filatelia “normale” e “specializzata” non è certo netto, quindi strumenti più particolari possono senz’altro rientrare nel normale bagaglio di tutti i collezionisti. Sta negli scopi che si vogliono raggiungere affinare l’uso di alcuni di questi strumenti, comunque sempre alla portata di tutti.

 

Ricordo che da bambino rimasi colpito dalla pubblicità che qualche commerciante faceva su “Topolino” in cui proponeva uno strano oggetto che si chiamava “odontometro” e inizierò proprio da questo nella breve carrellata di oggetti utili allo studio e all’approfondimento dei nostri francobolli.

 

ODONTOMETRO

 

E’ possibile notare, già ad occhio, che la distanza fra i denti che circondano i quattro lati dei nostri francobolli non sempre è uguale e anzi lo stesso francobollo può esistere con diversi passi di dentellatura. Ecco quindi che è utile riuscire a misurare la dentellatura e il modo più semplice e rapido per misurarla è sicuramente “per sovrapposizione” e cioè disponendo il francobollo sopra uno analogo del quale già si conosce il passo; se si vuole però misurare la dentellatura si deve usare uno strumento che si chiama odontometro.

 

I valori che si ricavano indicano il numero di dentelli presenti in un segmento lungo 20 mm e sono il risultato del rapporto matematico 20/n, dove n indica la distanza esatta fra i centri di due perforazioni. Esistono odontometri di varie fogge, trasparenti per aiutare nella misura di francobolli su busta, di plastica o di carta.

 

Volendo essere molto precisi quelli più sicuri, perché non subiscono deformazioni o comunque molto contenute, sono quelli di carta, essendo quelli di plastica più sensibili alle variazioni di temperatura.

 

Oltre che per il materiale gli odontometri si distinguono per il tipo di scala di lettura che può essere “a pallini” o “decimale”. Il primo tipo, “a pallini” è quello più comune e più semplice da usare, i fori vengono fatti combaciare appunto con i pallini neri permettendo così di ottenere il dato che ci interessa e cioè il valore , in quarti, della dentellatura.

 

Il secondo tipo è un po’ più raffinato e sarà quello che andremo a studiare con più attenzione; si tratta di un tipo di misurazione “in continuo” che ci permette di effettuare letture anche in zone intermedie a quelle segnalate nell’odontometro “a pallini” oltre che darci la possibilità di controllare e osservare con maggior margine di sicurezza sequenze di fori non regolari.

I valori che si ottengono utilizzando un odontometro possono essere espressi in decimali o in quarti, il modo senza dubbio più preciso è quello decimale e a questo scopo viene appunto utilizzato l’ odontometro decimale.

 

Per effettuare una corretta misurazione all’ odontometro decimale è necessario posizionare il centro del primo foro di sinistra del francobollo sulla riga longitudinale a sinistra poi, facendo scorrere lo stesso lungo l’ odontometro, si cerca di fare coincidere tutti gli altri centri dei fori con le righe che divergono a partire dai valori più alti verso quelli più bassi.

 

Si ritiene che possano essere considerate significative variazioni di almeno due decimi, mentre differenze inferiori debbano, il più delle volte, essere comprese nell’ ambito di possibili errori o di limiti nella misurazione o di variazioni dimensionali dei francobolli legate al trattamento a cui, soprattutto gli esemplari usati, sono stati sottoposti.

 

Non dimentichiamo che è necessario conoscere, e a questo fine è necessario consultare i cataloghi specializzati, quali perforatori sono stati utilizzati in una particolare emissione, per potere valutare la fondatezza di un’ eventuale nuova dentellatura.

 

La dentellatura viene generalmente espressa indicando con la prima cifra il lato orizzontale e con la seconda il lato verticale con interposto un segno di moltiplicazione; quando il numero è unico si vorrà significare che sia il lato orizzontale sia quello verticale hanno lo stesso passo; per fare un esempio diremo che 14 x 13 1/4 (13,9 x 13,3 in valori decimali) indica che il lato orizzontale è dentellato 14 (13,9) mentre il lato orizzontale 13 1/4 (13,3); l’ espressione 14 1/4 (14,1) designerà una dentellatura sia orizzontale sia verticale 14 1/4 (14,1).

 

 

FILIGRANA E FILIGRANOSCOPIO A BENZINA

 

Capitolo estremamente interessante nell’ ambito della specializzazione è senza dubbio quello della filigrana e della diversa posizione assunta dalla filigrana stessa.

 

Di solito è possibile vedere la filigrana semplicemente guardando il francobollo in trasparenza o con luce radente, se questo non è possibile si rende necessario ricorrere ad altri mezzi, fra i quali il più semplice è senz’ altro il filigranoscopio.

Consiste in una bacinella nera sulla quale viene posizionato il francobollo da analizzare, collocato con la vignetta verso il fondo: depositando sullo stesso alcune gocce di benzina, immediatamente si evidenzierà la filigrana.

 

Esistono in commercio altri strumenti più sofisticati, estremamente comodi e utili, che permettono di svelare le filigrane senza l’ utilizzo della benzina e che in alcuni casi fanno si che sia possibile vedere la filigrana anche di esemplari su busta.

 

A partire dal Regno d’ Italia, il Poligrafico ha utilizzato per la stampa dei francobolli cinque disegni differenti di filigrane: “corona”, “scudo di Savoia”, “esagoni”, “ruota alata” e “stelle” con alcuni sottotipi.

 

Trattandosi di disegni asimmetrici, è possibile identificare, a seconda della posizione che la filigrana assume nel francobollo guardato dal retro, differenti posizioni che in alcuni casi rendono l’ esemplare estremamente raro.

 

 

 

 

 

FILIGRANOSCOPIO A PRESSIONE E LUCE RADENTE (Signoscope)

 

Si tratta di uno strumento elettronico interessante perché permette di rilevare la filigrana senza l’utilizzo della benzina. Il francobollo viene posizionato fra due superfici di cui una trasparente e pressato con un sistema di leve, la luce radente permetterà di vedere la filigrana.

 

 

 

FILIGRANOSCOPIO A PRESSIONE (Morley-Bright Inst-a-Tector)

 

Il Morley-Bright è uno strumento che sfrutta il diverso spessore della carta in corrispondenza della filigrana (in particolare per le filigrane “in tondo”).

In pratica il francobollo viene posizionato fra due superfici rigide delle  quali una trasparente con l’interposizione di un involucro contenente inchiostro che compresso si distribuisce in modo da disegnare la forma della filigrana.

Con un po’ di fortuna è uno strumento che ci permette di rilevare la filigrana anche di francobolli su busta.

 

 

LENTE “CONTAFILI”

 

Il contafili è una piccola lente, a volte corredata da una utilissima luce, che nel nostro caso dovrà avere almeno 10 ingrandimenti, utile ad es. per poter individuare il sistema di stampa utilizzato: la stampa in rotocalco presenta un fine disegno più o meno regolare, il cosiddetto retino, la tipografica si caratterizza per una maggiore inchiostratura dei bordi di lettere e disegni dovuta alla pressione, la litografica appare piatta.

 

 

LAMPADA DI WOOD

 

La lampada di Wood è una lampada che emette luce utile per individuare e studiare la fluorescenza dei francobolli ma non solo, questa infatti ci permette spesso di individuare o di confermare eventuali tracce di linguella e la presenza di riparazioni o rigommature.

 

 

 

SPESSIMETRO

 

Lo spessimetro non è altro che uno strumento di alta precisione utile, nel nostro caso, per misurare (in decimi di millimetro), lo spessore della carta, permettendoci quindi di distinguere esemplari che presentano differenti spessori di carta (ricordiamo ad es. alcuni valori della serie Siracusana stampati su “carta spessa” o alcuni francobolli del Regno stampati su “carta sottile”).

Le carte spesse hanno misure che cadono in un intervallo fra 0,14 e 0,17 mm mentre le carte sottili vanno da 0,06 a 0,08 mm

 

 

MICROMETRO

 

Strumento molto interessante e utile per misurare in modo estremamente preciso la misura di tratti di disegno, è pertanto indispensabile ad esempio per distinguere i differenti tipi di soprastampe di Trieste.

 

 

MICROSCOPIO

 

E’ uno strumento che in filatelia va usato con le dovute cautele senza arrivare agli eccessi di ingrandimento che alcune volte capita di incontrare.

Si tratta di oggetti che possono tranquillamente arrivare ad ingrandimenti tali da farci apparire ogni francobollo diverso.

Gli ingrandimenti che ci interessano possono essere poco oltre i 20 x; superare tali valori può essere raramente utile.

 

 

MICROSCOPIO DIGITALE

 

Si tratta di uno strumento, solo di recente introdotto in filatelia che, una volta collegato a un computer, permette di visualizzare sul monitor l’immagine che stiamo riprendendo. È anche possibile effettuare misurazioni e fissare l’immagine per ulteriori eventuali elaborazioni.

 

 

COMPUTER

 

Ormai indispensabile il computer ci rende possibili elaborazioni, misurazioni e confronti che una volta erano impensabili con una tale precisione da rendere il lavoro e lo studio di un perito filatelico come pure di un collezionista avanzato davvero completo.