“FERMAT” E IL “PETTINE CHIUSO” di Marcello Manelli

(al n. 71 de “La Ruota Alata”)


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Nei numeri 40 (aprile/giugno 2002) e 45 (luglio/settembre 2003) de LRA segnalavo, per la prima volta, quello che per alcuni anni è rimasto un caso insoluto.

Si trattava del foglietto composto dai 9 valori dedicati alle emissioni degli Antichi Stati Italiani, emesso il 25/10/1985 in occasione dell'esposizione Mondiale di Filatelia “ITALIA 1985”.

 

 

 

 

 

 

 

Tutto apparentemente è normale se non che, ad un esame più approfondito, ci si accorge del fatto che i bordi verticali sinistro e destro non sono perforati; la cosa potrebbe far pensare ad un perforatore a “blocco”, ma quando si nota che un foro risulta spostato in buona parte della tiratura e si ripete con precisione e nella stessa posizione, allora il “blocco” diventa un “pettine”, orizzontale.

… e i bordi verticali ambedue non dentellati ?!

 

 

 

Dopo la prima segnalazione del 2002 si sono succedute proposte di soluzioni le più strane e fantasiose: il caso in realtà è più semplice, per così dire, di quanto può sembrare.

C’è qualcosa però che non quadra e vi assicuro che la soluzione che prevede un “lineare” che va a chiudere il lato rimasto “aperto” se da una parte è la più logica (e giusta) è anche non facile da dimostrare e anche vedere, perché un’altra cosa che balza agli occhi è l’estrema inconsueta precisione che si nota nella successione delle battute del pettine, non si vedono mai, infatti, quei “dentoni” o “dentini” cui siamo abituati, con maggiore o minore evidenza,  con tale tipo di perforatore.

Siamo perciò in presenza di un pettine molto preciso, ben guidato e controllato come fosse incarcerato in una struttura più rigida delle solite, forse nel tentativo di realizzare una perforazione esteticamente più accettabile, …. e degna di una “Esposizione Mondiale di Filatelia”.

 

 

 

 

 

 

Mi rendo conto che sono solo ipotesi ma, tornando alla realtà, nel numero 32 di “Qui Filatelia” anno 2003 m’imbatto a pagina 57 nella riproduzione di un foglietto con vari difetti di dentellatura che sembrano aprirmi gli occhi per arrivare alla soluzione e comunque passano altri anni.

 

 

 

 

 

 

La soluzione deriva dall’osservazione del fatto che la misura dei due segmenti A e B, derivanti da due successive battute di perforazione, da esattamente lo stesso valore, pertanto nel foglietto con varietà di dentellatura non è in azione un “lineare” che lavora in libertà come è sembrato per un po’ di tempo ma anzi è proprio quel “pettine chiuso” derivante dal “pettine” cui è stato chiuso il lato aperto con un “lineare” che ha battuto in modo anomalo due volte.

Una cosa che si osserva, non sempre, e che può aiutare è l’irregolarità nella forma dei due fori d’invito soprattutto superiori del lato sinistro.

In pratica la successione di perforazioni, nel caso di un foglietto “normale”, prevede l’azione di un pettine orizzontale semplice sinistro che batte perforando i tre francobolli di destra, poi quelli di centro e solo in questo momento il pettine si chiude con l’intervento di un lineare.

Faccio notare che non è possibile, come in altri casi, stabilire se la successione di battute è in un senso o nell’altro.

Per esemplificare il tutto nelle riproduzioni che seguono ho evidenziato, nella (I) le tre battute separate, nella (II) le stesse ravvicinate come nella realtà e in simulazione sul foglietto (III).

Sono evidenziati il foro spostato in alto sul lato orizzontale e i fori d’invito a volte irregolari del lato  “lineare” soprattutto in alto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel caso riguardante la varietà di dentellatura citata (IV), in realtà le battute sono state quattro e cioè le due normali a pettine (a - b) delle quali una fuori dal foglietto (a), e due con il “pettine chiuso” (c – d)