“A MIO PARERE” ……..

di Marcello Manelli

(dal n.2 de “L’Odontometro”)

Dal “Vocabolario della lingua italiana” Devoto-Oli:

parere 1

 

<pa-ré-re> s.m.

Giudizio o atteggiamento motivato da una interpretazione o da un criterio di valutazione strettamente personale e soggettivo (i nostri p. sono concordi, discordi; cambiare, mutare p.; restare del proprio p.; esprimere un p.; vorrei sentire il tuo p.), più o meno autorevole e accettabile secondo il prestigio di cui gode il soggetto che lo esprime (il p. dei più insigni giuristi; secondo il mio modesto p.) e quindi, talvolta, ritenuto superfluo o addirittura sgradito (nessuno ha chiesto il tuo p.!) In diritto: p. obbligatorio, atto che deve essere necessariamente richiesto alla competente autorità per completare un procedimento (sentito il p. della commissione competente); p. facoltativo, atto che può essere richiesto o meno, a discrezione di un soggetto od organo; p. vincolante, atto reso dalla competente autorità, il cui contenuto deve essere applicato e rispettato dal ricevente.

 

E’ d’uso che i certificati peritali filatelici contengano la dicitura “a mio parere”; si tratta di una consuetudine radicata negli anni che ha generato non poche polemiche. I periti infatti vengono accusati, usando tale dicitura, di volersi tutelare da eventuali errori o imprecisioni. Ma fino a che punto la presenza o meno della scritta ”a mio parere” può influire sulla responsabilità del perito nel momento in cui compila un certificato ?

Il “Devoto-Oli” in proposito è chiaro:

parere=…..giudizio o atteggiamento motivato da una interpretazione o da un criterio di valutazione strettamente personale e soggettivo, più o meno autorevole e accettabile secondo il prestigio di cui gode il soggetto che lo esprime”…

… con questo introducendo una graduatoria di importanza nel giudizio che dipende dall’autorevolezza del soggetto che l’ha espresso. Sembra proprio il nostro caso e non viene giustamente precisato che la dichiarazione venga o meno preceduta dalla dicitura “a mio parere” essendo insito nell’atto che viene compilato il fatto che venga espresso un parere, parere che prevede anche tutta quella serie di qualità del certificatore che vanno dalla prudenza alla perizia e alla diligenza, non escludendo naturalmente con ciò il possibile errore umano, che però non deve presentare caratteristiche di colpa. Sottolineando però anche il fatto che qualsiasi asserzione deriva da conoscenze nel campo specifico che, oltre che rendere possibile la compilazione di un parere, lo rendono anche comunque  impegnativo e responsabile.

 

Come vedete ritornano in queste considerazioni sempre le stesse parole: responsabilità, impegno, perizia, diligenza, conoscenza, tutte qualità che rendono bene l’importanza delle dichiarazioni sottoscritte in un certificato fotografico.

Ogni certificato peritale è dunque impegnativo con o senza l’ “a mio parere” con piena responsabilità, anche sotto l’aspetto legale, da parte dell’estensore del certificato stesso e con più o meno grande autorevolezza, direttamente proporzionale al prestigio di cui gode il perito che lo ha compilato.

Si potrebbe, a questo punto, stabilire una graduatoria di responsabilità, appunto legata alla notorietà del perito, che, non ultimo, possa giustificare un tariffario adeguato, con conseguente però anche maggiore, giusta eventuale capacità risarcitoria in caso di errore.